Una sciarpa da record

Nel mese di Settembre 2018 Teresa Brancato è riuscita a portate a termine un' impresa cominciata cinque anni fa, con la collaborazione dei suoi amici e delle sue amiche di  E Berta Filava, associazione artistico culturale di cui Teresa è  presidente e creatrice. L' impresa è il superamento del record "La sciarpa più lunga d' Italia". 

Durante un viaggio a Milano per partecipare alla fiera del libro, anni prima, era venuta a conoscenza dell'esistenza di un record che aveva come protagonista una sciarpa di dimensioni inusuali. Tempo dopo decise di mettersi al lavoro per superare quel record. Naturalmente da sola ci avrebbe impiegato un tempo interminabile, invece con la sua straordinaria inventiva l'ha trasformata in un record comunitario.

Sessanta donne hanno realizzato la sciarpa,  lavorata interamente con i ferri da maglia a mano, nell'arco di tempo di 5 anni, scucendo e poi lavorando la bellezza di 700 kg circa di lana. Il filato è stato recuperato con una attività di smistausato. Le persone hanno donato una quantità incredibile di vecchi maglioni, coperte, calze, babucce, sciarpe, scialli e mantelline che altrimenti sarebbero finiti tra i rifiuti. 

La montagna di vestiario è stata selezionata dalle donne dell'associazione, scucita e il filo di lana ricavato é stato riaggomitolato e poi lavorato a maglia per realizzare una sciarpa chilometrica. Sono stati realizzati 32 rotoli di sciarpa multicolore della lunghezza approssimativa di 100 m l'uno. Finalmente nel 2018 il lavoro faraonico si è concluso e Teresa ha dato il via all' iter per il riconoscimento del Guinness, con la collaborazione di amici e conoscenti che l'hanno supportata per portare a termine l'impresa. Il Comune di Santa Teresa di Riva ha ospitato la manifestazione pubblica durante la quale la sciarpa è stata stesa e misurata sulla spiaggia e ripresa dall' alto per documentare la riuscita del record. Molti sono gli articoli e i documenti audiovisivi immessi sulla rete INTERNET . 

La realizzazione della sciarpa da record, lunga più di 4 km, è stato un evento sociale, perché ha coinvolto persone di ogni età: madri, figli, nonne, zie ... In certi casi lavorare per raggiungere una meta comune è stato uno sprone per superare la solitudine, in altri per superare la depressione causata da malattie terminali.

Si potrebbero raccontare infinite storie su ogni metro di sciarpa riciclata. Potremmo parlare dei tanti che hanno donato i maglioni, di chi li ha scuciti,  di chi ha fatto i gomitoli, di chi li ha lavorati ... 

Ogni metro è stato realizzato con uno o più  colori diversi e con uno o più punti di ricamo differenti, a seconda dell'estro creativo e dell'abilita' tecnica della persona che ci ha lavorato.

Anche persone che non avevano mai lavorato a maglia, (come Gabriella ) hanno imparato giusto per partecipare alla realizzazione di questo lavoro che a qualcuno sembrava sconclusionato e inutile. 

Qualcuno ha affermato addirittura che passare alcune ore al giorno a lavorare a maglia ha avuto un effetto benefico sul suo stato di salute. Qualcuno ha lavorato per divertimento, altri spinti dalla conquista del premio finale destinato a chi produceva più  metri di sciarpa. Qualcun altro ha lavorato per passare il tempo, per non pensare che si stava avvicinando la fine della sua esistenza terrena e, fino a che ha potuto, ne ha fatto lo scopo finale della sua vita, per lasciare un ultimo segno della sua presenza fra noi.

In ogni caso ognuno ha potuto imparare qualcosa da tutta questa esperienza: che ciò che non serve più può ancora essere utile, che tutto si può recuperare se si vuole, che lavorare in compagnia può essere divertente, che stare da soli non è sempre una buona idea, che tutti possiamo essere utili e che niente è impossibile se si ha volontà di agire e pazienza. 

Infine niente è andato sprecato,  perché la sciarpa è stata regalata a scopo benefico ad una associazione di Messina che si occupa dei senzatetto, i dimenticati, gli invisibili.