La pittura ad olio nella storia

Le origini della pittura ad olio sono molto antiche. Era conosciuta già all'epoca dei Romani. Intorno al 1400 i fiamminghi perfezionarono questa tecnica e la diffusero in tutta Europa. In Italia, in quelle corti principesche che avevano contatti con i pittori fiamminghi, la pittura ad olio fu una delle tecniche preferite dagli artisti del tempo. Il successo dei colori ad olio dipende dal fatto che sono molto più stabili, non asciugano rapidamente e permettono di apportare modifiche, rendono possibile creare opere di grande effetto con la loro brillantezza.

Piero della Francesca e Antonello da Messina furono tra i primi ad utilizzare la tecnica ad olio in Italia. Per oltre 400 anni fu la tecnica più usata, fino alla comparsa dei colori acrilici. 

Antonello da Messina nelle sue opere utilizzò la tecnica ad olio e usò sapientemente i contrasti di luce ed ombre, creando degli effetti drammatici nelle sue opere, di grande impatto emotivo. Valorizzo' l'uomo, secondo l 'indirizzo filosofico e culturale del suo tempo, dipingendo figure maestose, rese tali dagli effetti chiaroscurali e dalla prospettiva. Negli sfondi delle sue opere rappresenta sempre spazi abitabili, dando un'ambientazione realistica alle scene, come a voler raccontare una storia, un momento di vita o un evento. Le figure risaltano nello spazio, grazie alla luce che le colpisce e le illumina magistralmente. Nei ritratti gli sguardi attirano l'attenzione dello spettatore come una calamita. I personaggi esprimono la loro umanità attraverso le emozioni che il pittore comunica con la forza del colore, la luce che mette in evidenza i loro sguardi, illudendo i nostri occhi. Le figure emergono dallo spazio del quadro come se fossero vive e l'artista sfrutta sapientemente la luce per mettere in risalto una lacrima che scivola su una guancia o un'emozione di sofferenza.


Un altro pittore importante che ha lasciato alcune delle sue opere più significative in Sicilia é Michelangelo Merisi detto Caravaggio (Milano 1571_Porto Ercole 1610) Produsse molte opere a cavallo fra il Rinascimento e l'epoca barocca. Acquisì straordinarie capacità tecniche e operò a Roma e dintorni fino a che perseguitato dalla polizia e condannato per omicidio fu costretto a fuggire per evitare la pena di morte. Fra il 1593 e il 1610 fu in Sicilia. A Siracusa è possibile ammirare una grande tela che rappresenta il seppellimento di S. Lucia, custodito nella chiesa di S. Lucia alla Badia. La scena è ambientata in un luogo scuro e tragico. Un' atmosfera cupa incombe sulle figure presenti nel quadro. In primo piano si vedono i becchini che  sono in procinto di seppellire la santa decapitata. Altre figure sullo sfondo rappresentano i presenti all'evento. Mentre la santa appare esile, le due figure incombono su di lei possenti e drammatiche. Nella parte alta del quadro c'è una profonda oscurità e la scena in primo piano è investita da una luce tagliente che rende tutta la scena tragica in un fluttuare di luci e ombre che scolpiscono le figure. Al museo regionale di Messina sono custodite 2 opere del pittore. La Resurrezione di Lazzaro rappresenta il momento in cui Lazzaro viene resuscitato dalla morte. La figura viene investita da un raggio di luce divina che sembra provenire dalla mano distesa di Cristo che appare in penombra. Il corpo di Lazzaro irrigidito dalla morte assume la posizione della croce, con le braccia distese sembra voler accogliere la grazia divina che lo invade con il raggio di luce. L'oscurità incombe sulla scena e rende ancora più drammatico l'avvenimento. Caravaggio si é ritratto in uno dei personaggi che sta con le mani giunte sullo sfondo e si intravede dietro l'indice di Cristo, che sebbene sia in penombra appare comunque imponente nell'atto di restituire a Lazzaro la vita. Le figure emergono nell'oscurità incombente e sono scolpite dalla luce sempre tagliente che crea giochi di ombre che rendono plastiche le figure, anche quelle lasciate volutamente in penombra. 

L'adorazione dei pastori , altra opera al museo regionale, è  ambientata in  una stalla. Anche qui l'oscurità viene investita improvvisamente dalla luce che scolpisce le figure. Maria sdraiata, sfinita per il viaggio e il travaglio, con il bambino in braccio, S. Giuseppe e i pastori disposti in modo da dare l'idea della croce, simbolo ricorrente, e sullo sfondo il bue e l'asino percettibili nella penombra.

Caravaggio si distingue per la sua idea rivoluzionaria della rappresentazione pittorica, in quanto invece di abbellire e illuminare le scene che dipinge, le rappresenta con una luce realistica, come se si trovasse realmente in luoghi bui e tragici, poco illuminati, usando il colore e la luce per rendere la realtà quale essa è, dolorosa, sofferente, cruda e a volte anche orrenda, emozionando lo spettatore che si ritrova quasi dentro le scene che osserva, che resta impressionato di fronte alla potente drammaticità degli eventi rappresentati e alle atmosfere cupe e tenebrose invase dalla luce tagliente come lampi nell'oscurità. Il pittore con la sua maestria ci da l'impressione che ci sia una fonte di luce esterna al quadro che illumina i personaggi importanti che egli vuole far risaltare nella scena, come colpiti da un riflettore cinematografico, e lascia volutamente in penombra, a volte appena accennati quelli che fanno  da contorno, confusi nell'oscurità. 

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