Da dove comincio a fare il ritratto?

Il ritratto è sempre stato un mezzo espressivo molto apprezzato. Nel passato, quando non c'erano i selfie, né  le fotocamere digitali, il disegno e il dipinto erano l'unico mezzo per tramandare ai posteri la propria immagine e quella dei propri cari. L'artista capace di ritrarre era tenuto, quindi, in grande considerazione. 

Il ritratto nell'era della fotografia è  un approfondimento psicologico e interiore, non solo la trasposizione dell'immagine fisica ed esteriore di una persona su un supporto, attraverso varie tecniche rappresentative. 

L'opera disegnata o dipinta rivela aspetti profondi del carattere e delle emozioni. Lo stesso Leonardo da Vinci affermava che "si dipinge ciò che è nella mente". Naturalmente fondamentale per un ritratto riuscito è la somiglianza.

Allora da dove comincio?

Intanto bisogna conoscere qualche elemento dell'anatomia del viso e del corpo umano, poi qualche tecnica di disegno e di uso del colore.

L'osservazione è anch'essa importante. Il ritrattista deve catturare velocemente le caratteristiche di un volto o di un'espressione, fermando sul supporto scelto l'attimo o il gesto particolare, un sorriso fuggevole o l'intensità di uno sguardo.

Si parte sempre, o quasi, da uno schizzo a matita generalmente su carta. È importante valutare le proporzioni, i rapporti di distanza e dimensione dei vari elementi fra loro e i caratteri generali, riconducendo le forme a semplici schemi geometrici.

(Riferimenti bibliografici: Anatomia artistica Giunti; Tecnica del ritratto A. P.)